Dal 26 aprile al 4 maggio si svolgerà la settima edizione del Torino Jazz Festival che intende proporsi come evento primaverile internazionale e che porterà centinaia di artisti a esibirsi, a prezzi popolari, sul palco delle Officine Grandi Riparazioni, nei circoli jazz della città e in varie sale da concerto dal Piccolo Regio al Conservatorio Giuseppe Verdi fino all’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo e, per la prima volta, nell’Aula Magna del Politecnico.

Diretto dai musicisti Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, il Festival prosegue sull’onda del grande successo registrato lo scorso anno: ampio spazio a produzioni originali, create appositamente, insieme a esibizioni di star del jazz internazionale.

Tra gli oltre 100 concerti in programma si segnalano: Gavin Bryars che, nel corso del concerto con il suo ensemble, suonerà Jesus Blood never failed me yet, divenuta celebre grazie a Tom Waits (28 aprile, unica data italiana); Jon Balke Siwan con gli Archi del Conservatorio di Torino (30 aprile, produzione originale TJF 2019) ed Enrico Rava che festeggia gli 80 anni nella ‘sua’ Torino (4 maggio).   (leggi tutto il comunicato… )

Il TJF, che dà ampio spazio a produzioni originali, create appositamente, insieme a esibizioni di star del jazz internazionale, nel 2019 ha in calendario, nei nove giorni di programmazione, una panoramica sulle diverse anime del genere musicale – dal mainstream americano ai migliori talenti italiani ed europei – ospitando concerti di artisti che rappresentano l’evoluzione attuale del jazz nel rock, nella musica elettronica e nei nuovi linguaggi improvvisativi. L’edizione di quest’anno cresce nei numeri aumentando gli appuntamenti. Sarà una rassegna ‘diffusa’ nella città e per la città che, con i grandi concerti e le molte iniziative ospitate dal Festival tra cui le jam session, i Torino Jazz Meetings (dove si incontrano gli operatori del settore) e le incursioni musicali dei jazz blitz in luoghi atipici, contribuirà a creare il classico ‘clima’ da festival.

Nella città di Torino, laboratorio di cultura per antonomasia, l’Amministrazione comunale sostiene e promuove produzioni e sperimentazioni musicali, collaborando con le diverse realtà presenti sul territorio. Saranno infatti 15 i club, in cui si suona jazz tutto l’anno, a essere coinvolti nella settima edizione del TJF.

BIOGRAFIE ARTISTI

THE GAVIN BRYARS ENSEMBLE

La carriera di Gavin Bryars è iniziata come contrabbassista jazz negli anni Sessanta, lavorando spalla a spalla con improvvisatori come Derek Bailey e Tony Oxley. L’incontro con John Cage lo ha trascinato nel movimento minimalista degli anni Settanta. Di quel periodo sono importanti i lavori come Jesus’ Blood Never Failed Me Yet (1972), che sarà suonato a Torino in uno speciale nuovo arrangiamento. Gli altri brani eseguiti rappresentano una efficace panoramica sul lavoro di Bryars, dal suo primitivo amore per il jazz (Dancing With Pannonica, 2012), alle ultime intense composizioni prodotte. Il programma comprende anche After The Requiem (1990), Ramble On Cortona (2010) e By The Vaar (1987).

JON BALKE “SIWAN” + ENSEMBLE D’ARCHI DEL CONSERVATORIO DI TORINO 

Il compositore e pianista norvegese Jon Balke tornerà al TJF, presentando l’ensemble Siwan. Il nome del gruppo deriva da un termine degli antichi arabi di Spagna che significa equilibrio, virtù che Balke dispensa a piene mani in questo dosaggio di ingredienti ispirati a musiche provenienti dal medioevo andaluso, a melodie tradizionali nordafricane o asiatiche e influenze jazz. La sua musica viaggia nel tempo e rinegozia i confini alla ricerca di un “equilibrio” tra mondi stilistici differenti. Il gruppo sarà accompagnato dai docenti e dagli allievi del Conservatorio Di Torino, che hanno potuto approfondire il materiale durante la Masterclass tenuta appositamente da Balke, un’ occasione di grande stimolo per gli studenti.

 ENRICO RAVA NEW QUARTET

Enrico Rava festeggerà l’ottantesimo compleanno con un appuntamento del TJF nella “sua” Torino. Rava porterà sul palco delle OGR uno dei gruppi a cui è più affezionato, il New 4tet, che ha riscosso il plauso del pubblico e ha vinto il referendum Top Jazz 2015 di Musica Jazz come formazione dell’anno. La riuscita dell’incontro tra freschezza giovanile ed esperienza è già stata ampiamente dimostrata dal fortunato lavoro Wild Dance (ECM, 2015). Rava condivide con altri grandi del jazz un particolare “fiuto” nello scovare i talenti, una missione che svolge seguendo precise regole: “I musicisti non li scelgo per lo strumento che suonano, li scelgo per la loro testa”. Un’intuizione che trascina la musica oltre i generi e le generazioni.