Ritorna la grande festa culturale cittadina che amalgama, in unico palinsesto, grandi teatri e piccoli club, musicisti di fama planetaria ed emergenti. La presenza dei jazz club, delle scuole di jazz cittadine, gruppi stabili, capaci di progetti artistici profondi e di ospitare solisti di fama internazionale, è il risultato di una scelta precisa di mappatura delle risorse umane e strutturali esistenti.
Ci auguriamo che TJF 2022 contenga in buon equilibrio i principi di conservazione e innovazione e sia un simbolo forte di rinascita nel segno del jazz, della buona socialità e dell’arte.

Diego Borotti

Direzione artistica

Ci si chiede sempre di più, sbigottiti davanti a drammatici eventi che ci rendono improvvisamente fragili, se i nostri lavori siano utili o no, e nello specifico quale può essere il senso di un festival musicale in condizioni così totalizzanti come quelle in cui stiamo vivendo da qualche anno.
Mi piace pensare, rispondendomi, che i lavori di tutti noi rientrino in un contesto globale di responsabilità etica e che l’arte abbia un ruolo curativo, per la meraviglia che suscita, per il rito della visione o dell’ascolto, per il bagaglio che un libro o una musica lasciano in noi: anche solo questi pochi momenti basterebbero a fermare per un attimo una società e un’ economia autolesionista, frutto di umane competizioni.
Il jazz ha sempre rappresentato la libertà e la fusione tra le comunità e le culture. E proprio questo rappresenta la nostra filosofia, per riuscire a vivere con consapevolezza e partecipazione un pianeta drammaticamente e meravigliosamente vivente.

Giorgio Li Calzi

Direzione artistica